Concorso di idee
L’edificio oggetto di intervento è la risultante di un pesante rimaneggiamento novecentesco di parte del Convento di Santa Teresa, (XVIII secolo) su resti di strutture di epoca romana. Il profilo originario del convento è ancora riconoscibile dal loggiato della Rocca, e dall tracce delle strutture visibili all’interno degli edifici e del lotto.
L’organismo edilizio risulta in condizioni precarie per totale assenza di manutenzione e per l’esecuzione di interventi che hanno pesantemente interessato l’integrità strutturale del complesso e che ci restituiscono un oggetto architettonico mutilato e sfregiato.
Restando all’interno dell’edificio esistente, le risposte alle richieste espresse dal bando sarebbero risultate eccessivamente frammentate e di difficile gestione concreta.
Stante le ridotte dimensioni delle superfici utilizzabili, poco più di 150 mq, la nostra attenzione si è concentrata sulla conformazione di spazi atti all’esposizione all’interno del volume esistente, dedicando allo spettacolo ed alla proiezione cinematografica nello spazio esterno.
Nel progetto proposto il nucleo antico diviene il cuore pulsante di un sistema complesso di possibili attività culturali, recuperando integralmente i collegamenti orizzontali, ridistribuendo quelli verticali e collegando il rinnovato sistema dei percorsi alla sala di proiezione cinematografica
L’ingresso al sistema avviene dalla coppia centrale delle 5 porte esistenti su via Cavour: svuotando parte del terrapieno, una piccola area d’accoglienza in cui trovano collocazione la biglietteria e la scala di accesso diretto allo spazio espositivo, immette al percorso che, superato ciò che rimane della navata della chiesa, conduce al nuovo blocco scale ed ascensore collocato nel corpo di fabbrica affacciante il cortile interno, costituendo così una nuova spina portante di connessione tra i vari livelli dello spazio espositivo; il sistema dei percorsi, così riorganizzato, consente la riconnessione ed il recupero della sala semi interrata che, con le pregevoli volte a botte in mattoni, resta di fatto l’unica porzione originale e intatta del complesso.
Al piano superiore direttamente connesso all’ingresso con la nuova scalinata, riposizionata ed attigua alla sala principale, trova collocazione l’area servizi attrezzata per ospitare i bagni, un punto di ristoro, gli uffici di gestione. La seconda scala, non modificata, assorbirà la funzione di via di fuga.
Nell’ex navata della chiesa, in considerazione delle altezze interne, si è ipotizzato l’inserimento di un soppalco pensato come un oggetto autonomo semplicemente appoggiato al solaio preesistente e disegnato con geometrie volutamente distanti dai canoni classici per sottolinearne la precarietà ed i rispetto del luogo in cui si colloca..
Così organizzati e connessi, i tre luoghi potranno garantire circa 300 mq di pareti espositive anche su doppie altezze e circa 300 mq di pavimenti liberi per opere anche con altezze consistenti.
Connesso con i nuovi percorsi verticali, un nuovo sistema di rampe coperte consente di superare il dislivello tra il piano strada e il giardino intercluso interno; in questo spazio, con una giacitura coerente con l’allestimento dell’ex cinema all’aperto, trova posto la nuova sala cinematografica, costituita di due diversi corpi di fabbrica che chiariscono morfologicamente la loro funzione: il primo “sbuca” dal terreno in cui sembra incunearsi e contiene la rampa d’accesso ed il foyer garantendo le vie d’esodo a norma. Il secondo traduce in forma solida la definizione spaziale della proiezione cinematografica, con un andamento delle linee che si allargano e si abbassano dalla cabina di proiezione verso lo schermo idealmente riposizionato ove una volta vi era lo schermo dell’arena estiva.
I nuovi edifici saranno costruiti con tecniche e materiali ad alta reversibilità: il corpo di collegamento secondario sarà realizzato in pannelli di Xlam, rivestiti uniformemente all’esterno in lastre di zinco graffate, all’interno in pannelli di fibrocemento serigrafato, ottenendo così un volume compatto e visivamente solido che sottolinei il suo incunearsi nel terreno a ‘raccogliere’ I flussi provenienti dallo spazio espositivo; il corpo principale sarà realizzato con strutture lignee e tamponamenti a secco ottimizzati all’interno per la corretta rispondenza acustica, e rivestito all’esterno applicando pannelli a casellario in acciaio con spessori rastremati in copertura. L’eterea matericità del rivestimento in acciaio specchiato del nuovo volume ricalca le ragioni delle sue linee generatrici rievocando l’inconsistenza del volume di luce tipico delle proiezioni notturne nelle arene estive e riflettendo l’intorno edificato e “noto” come volesse nello stesso tempo negare e sottolineare la propria estraneità.
Per compensare lo spazio verde ‘rubato’ al cortile dal nuovo edificio, si è ipotizzato di espandere il verde residuo fino a coprire completamente il volume attiguo alla sala consigliare, la cui copertura esistente allineabile con poche operazioni di compensazione alle quote del giardino esistente, diventa il punto in cui il nuovo edificio si espande verso il complesso di edifici comunali e attraverso una scala scende al livello della sala Consigliare
Anche il nuovo edificio ha una copertura verde in Sedum, che richiede poca manutenzione post-impianto, migliorando il raffrescamento estivo anche all’interno degli ambienti.