Concorso di idee
La dismissione delle aree industriali è stata per l’Italia un fenomeno – oggetto di dibattiti culturali e tecnici sia a livello nazionale sia internazionale – che soltanto in pochi casi è riuscito a trasformarsi in un evento positivo o in un’occasione proficua.
Le aree industriali, nate ai margini dei centri abitati, oggi in condizioni di abbandono, occupano posizioni strategiche rispetto alle nuove dimensioni urbane e si configurano come opportunità di raccordo (aree cerniera) tra la città consolidata e la città contemporanea.
In questa prospettiva, l’occasione di intervento sull’area dell’ex Sonnino diventa il banco di prova per conferire a Besozzo una nuova qualità urbana e architettonica: uno spazio per il tempo libero, per la vita quotidiana e la socializzazione che istituisca una relazione tra centro storico e nuova espansione, diventando rinnovata centralità urbana ed elemento ordinatore di una progressiva riqualificazione architettonica.
Per le piccole comunità, la Piazza è sempre stata il luogo dell’incontro, sia esso ludico, commerciale o politico.
Besozzo non presenta nel suo tessuto urbano storico la Piazza, e nemmeno l’espansione recente ha provveduto a sopperire a questa mancanza.
Da qui l’obiettivo di sfruttare questa occasione per riconfigurare l’area, non solo con un intervento di carattere edilizio ma, soprattutto, con la realizzazione di una infrastruttura collettiva.
L’area interessata, infatti, trovandosi a cavallo del nucleo storico e della nuova espansione, è il luogo ideale per istituire la relazione – finora mancante – che tiene insieme l’antica e la nuova Besozzo. Luogo centrale, di raccordo e di unione è l’occasione per offrire alla collettività la Sua Piazza.
Besozzo è riconosciuta e si riconosce, nella sua vita produttiva, legata principalmente alla lavorazione della carta, del cotone e alla bachicoltura. L’ex Sonnino ne è una rilevante dimostrazione, nata cartiera, poi caserma ed infine industria tessile.
Si è ritenuto quindi indispensabile valorizzare questa testimonianza di archeologia industriale attraverso la demolizione dei soli corpi di fabbrica su via Domenico De Bernardi (più recenti e costituenti un che negava qualsiasi relazione tra il lotto e la città) e mantenere invece il nucleo di fondazione dell’insediamento (il basamento della ciminiera, il corpo delle vecchie caldaie e quello immediatamente adiacente a Ovest), destinandolo a funzioni pubbliche legate alla storia dell’edificio e di Besozzo (museo e laboratorio didattico).
La proposta progettuale, quindi, ha come cardine la realizzazione di 3 elementi principali:
Le piazze: spazi pubblici a cielo aperto atti a valorizzare le preesistenze storiche e a creare un luogo d’identità e di memoria, il primo a quota del piano di strada, il secondo, inferiore, a quota dell’argine del fiume.
Il complesso residenziale: diventa elemento fondante sia per l’eseguibilità concreta dell’intervento sia per rendere gli spazi vivi e vitali per tutto l’arco della giornata e in tutti i giorni dell’anno.
Il progetto del museo e del laboratorio didattico: La proposta progettuale mantiene e rifunzionalizza – per attività pubbliche legate all’istruzione – il nucleo di fondazione industriale più antico, inserendo nella scatola muraria superstite una teca in vetro che preserva il manufatto e lo rende fruibile